Muzik

lunedì 20 agosto 2007 § 0

Che la musica sia qualcosa di magico è esperienza alla portata di tutti. Il tentare di spiegare perché è opera immeritoria e pressoché inutile.
Per quanto illustri ricerche pongano l’accento sul legame esistente fra le frequenze dei suoni e l’impatto di queste sul sistema nervoso, non si riuscirà mai a comprendere del tutto perché una melodia, un passaggio armonico, un glissato al posto giusto, un cambio di tonalità procuri sensazioni cosí esclusive; e perché sia quel determinato particolare, e non altri, a causare quella determinata sensazione.
Al di là di comuni associazioni, di richiami mnemonici, la musica ha la capacità di creare sensazioni ex novo che nulla hanno a che fare con le esperienze pregresse. Una capacità creativa che trascende la comprensione e che, a conti fatti, nemmeno la contempla.
La musica è a tutti gli effetti una salvezza: un modo di modificare il mondo oppure di qualificarlo in un senso piuttosto che in un altro.
L’esistenza, trapassata nel filtro di un giro armonico, si autodefinisce in modo spesso contraddittorio con la realtà. Una divina finzione prende il posto della contingenza, dell’attualità. L’essere in un dato luogo, a un dato momento, perde di consistenza. Ciò che resta e cattura è tutto ciò che in quel preciso momento è assente eppure cosí vero da sembrare di esserci da sempre.


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