A ciascuno il suo

sabato 22 novembre 2008 § 0

Il senso di appartenenza dovrebbe essere condizione auspicabile da parte di tutti. Il sentirsi parte di qualcosa, qualunque essa sia, comporterebbe forse una presa di coscienza salutare e una capacità analitica nei confronti del mondo e delle cose del mondo decisamente piú razionale.
Il procedere a vento, in base a sentimenti personalissimi e il piú delle volte totalmente errati, comporta l’equivalente perdita di sostanza nel ragionamento e nella pratica.
Non si vuol dire che pensare con la propria testa sia sbagliato. Si dice semplicemente che un Sistema funge da appiglio metodologico laddove vengano meno puntelli concettuali.
Nell’epoca moderna, si sa, non esistono piú Sistemi e ogni individuo si sente legittimato a crearsi un sistema che, in nome di un certo relativismo di bassa lega, pretende di assurgere, se non a condivisibile opinione, quantomeno a soggetto degno di rispetto.
Lo sradicamento ideologico comporta un difficile posizionamento nei confronti del mondo. Le spiegazioni cominciano a essere molteplici e discernere la bontà dell’una dall’altra è praticamente impossibile.
Di conseguenza si ha un moltiplicarsi di individualismi decisamente orripilanti, vuoti, inutili e deboli. Ogni sistema di valori, individualmente creato e al quale si affida la propria esistenza, pretende per se stesso la non sottomissione a qualsivoglia critica.
Diretta conseguenza di questo stato di cose è la chiusura dell’individuo in un orto fatto di libertà personale che nulla concede alla pratica della socialità.
Per meglio spiegarsi, concedere una relativa libertà all’altro nel nome del rispetto che si chiede per la propria non vuol dire ergersi a paladini della democrazia e del liberalismo. Vuol dire invece abbandonare il confronto nel nome di una richiesta di indipendenza dal giudizio altrui.


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